Sulle vie di Borges
Reading-concerto da Finzioni, l’Aleph e Il Libro di sabbia di Jorge Luis Borges
Massimo Popolizio e Javier Girotto interpretano i racconti metafisici di un gigante della letteratura latino-americana. “Sulle vie di Borges” , a cura di Teresa Pedroni è un breve viaggio con Massimo Popolizio accompagnato dal tango rivisitato di Javier Girotto tra alcuni tra i più rappresentativi racconti di Borges. Una riscrittura, attraverso la voce e la musica eseguita da due interpreti straordinari tratta dalle pagine del libro infinito di un grande mago del fantastico come Borges. Il rapporto tra l’interpretazione attoriale e la lettura musicale per la composizione di una partitura che esprima al suo meglio le possibilità e i sottotesti nascosti nell’opera letteraria. La letteratura come spettacolo. Abbiamo immaginato come cornice dell’operazione di seguire l’autore in uno dei suoi racconti più emblematici, il vertiginoso ” La biblioteca di Babele”,percorrendo quello spazio letterario sospeso e indefinito Massimo Popolizio nel panni del Viaggiatore darà voce ad alcun racconti, fermandosi vicino ad uno degli scaffali della biblioteca universale , prenderà un volume a caso e ne leggerà un racconto, una sorta di iter magico che lo condurrà all’ultimo dei racconto” Il 25 agosto” dove Borges narra di un appuntamento importante, l’incontro con il suo doppio. Con Borges attraversiamo la misteriosa e infinita terra del “sonno dell’uomo che sogna”, colti dalla netta sensazione che la creazione attraverso il sogno sia un processo potenzialmente infinito dove l’esistenza stessa viene messa in dubbio . L’autore ci rivela un mondo magico dai contorni indefiniti, costringendo l’ascoltatore a porsi delle domande che non possono trovare risposta, almeno non in questo mondo e in questo tempo che ci è riservato di conoscere.
La scrittura borghesiana è poesia allo stato puro, suscita incanto , stupore è un moltiplicarsi di espressioni, un indefinito fluire del tempo e della memoria che si sperde in meandri labirintici, regno di specchi e falsi piani,una prosa musicale, un avvicendarsi di ritmi dall’adagio al prestissimo adattissima a essere recitata e reinterpretata, dalla musica.